Un puledrone di tre anni era al pascolo nel suo paddock, a fianco della casa dove abita il proprietario: è stato sbranato da un branco di cinghiali.
È successo martedì nel tardo pomeriggio, in Calabria, nel vibonese: ai tempi della Magna Grecia, Hipponion.
L’hanno attaccato, e una volta caduto a terra si sono accaniti sulla testa e nella parte posteriore.
Il proprietario è accorso quando ha sentito i nitriti del cavallo, ma ormai era tardi: lo ha visto morire in una pozza di sangue.
È la natura, si potrà dire: certamente, è noto che i cinghiali sono onnivori e non è la prima volta che la cronaca riporta casi del genere.
Ricordiamo però che la natura fatica ad equilibrarsi quando, volente o nolente, l’uomo interviene nelle sue dinamiche.
Spazzatura accessibile ai selvatici ovunque che cambia le loro abitudini alimentari e di comportamento spostando il baricentro dei branchi nelle immediate periferie cittadine, esubero non controllato di capi della fauna al vertice della catena alimentare, eccetera.
In particolare, i cinghialinon hanno predatori che li impensieriscano, tranne l’uomo e i lupi che controllano in modo efficace la presenza di scrofe e piccoli nel territorio in cui vivono.
Si sovrappongono all’habitat frequentato dai branchi di lupi solo i grossi cinghiali maschi adulti, che sono un osso duro anche per loro.
La grandissima resistenza, l’adattabilità e l’intelligenza dei cinghiali – oltre a un caratterino a dir poco forte – permettono loro di adattarsi alle più diverse situazioni ambientali.
Una curiosità: sono tra i pochi ungulati a crearsi una tana rendendo più confortevoli le buche che si scavano nel terreno con erbe, canne e rami frondosi di foglie.
Qui la fonte della notizia, da Zoom24.